Aosta 37° A.U.C. 1964 / 1965: Piacenza 2013 maggio

Piacenza 12 maggio 2013

Una piccola grande città ci accoglie. E, sentendo qualche abitante, non vorrebbe lasciarci più.

E’ il mio secondo raduno, il primo fu a Milano, mia città di residenza.

Ricordo che a Milano furono issate due grandi tende in piazza Meda sul di un bel prato (che oggi, per altri motivi, non c’è più). Al lunedì quel prato, che pur fino ad allora era tenuto in ordine, aveva un aspetto migliore di tre giorni prima.

Questo è il biglietto da visita di chi è avvezzo a portare una penna. Ciò che lascia è meglio di ciò che trova. E per la seconda volta l’ho verificato. Chi mi legge potrebbe rimproverarmi di non averlo verificato per altre 84 volte.

Infatti a Piacenza ci ha accolto un grande congresso di Alpini ordinati, simpatici, rispettosi, sorridenti e contenti . . . tali da trasmettere tutte queste caratteristiche.

Vino senza argini, ma sempre controllato, buoni sapori, e indigeni accoglienti …. andavano sul sicuro.

Al nostro piccolo gruppo di “auccini” del 37° nato o, meglio, rinato nel novembre Aostano del 2012 si sono aggiunti di persona volti nuovi.

L’hotel Roma era diventato il punto di riferimento del nostro ritrovo: o meglio il bar all’angolo, strategicamente scelto.

Le foto che seguono sono solo foto di un bel film durato qualche ora.

Salvo coloro che erano impegnati ufficialmente nella manifestazione, la maggior parte del gruppo non ha partecipato alla sfilata. Poco male, abbiamo saputo come rinverdire antichi episodi di stampo militare. Ma, attorno ad un rotondo tavolo conviviale, abbiamo confrontato gli ultimi dieci lustri di vita vissuta. In particolare la nostra vita con i dettagli delle nostre esperienze, ed il racconto è proseguito nei vicoli della vecchia città incontrando via via altre facce da riconoscere ed aggiungere alla . . . rubrica.

Le libagione che hanno accompagnato il pranzo sobrio e gustoso, non hanno per nulla tolto la lucidità alle argomentazioni che ci hanno coinvolto.

Da buoni alpini, anziani (se non vecchi) con mesi (dell’età più bella) trascorsi assieme abbiamo riconosciuto quel vincolo che sorge solo tra coloro che hanno spartito, in quella età, esperienze formative tali da renderci . . “fratelli”.

Abbiamo riconosciuto la necessità di verificare assieme quei dubbi frutto della nostra esperienza nell’età che ci accompagna. E sono sorti buona parte di quegli aspetti, frutto della nostra vita vissuta, che fanno parte della verifica che ognuno di noi vuole effettuare. Ed abbiamo discusso di relazioni sociali, caratteristiche professionali fino a sfiorare la tanto importante questione religiosa. I toni pacati e le consapevoli opinioni ci hanno spinto ad approfondire qualche aspetto in occasione di altri futuri incontri.

In somma, come Karl mi ha scritto: ne è valsa la pena essere stati a Piacenza.

E che sia un arrivederci.

Ma ora seguiamo gli eventi.